Cultura del miele: glossario sul miele e la sua produzione
Andiamo alla scoperta dei termini più comuni nel variegato e ricco mondo del miele e dell’apicoltura.
Miele
Il miele è il prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori (miele mille fiori o miele monoflorale) o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse (melata), che esse bottinano, trasformano, combinano con sostanze specifiche proprie e lasciano maturare nei favi dell’alveare. Per questo, il miele è un alimento di riserva delle api, che lo producono per nutrirsene durante l’anno: le api (e con esse pochi altri insetti a loro simili) hanno la necessità di accumulare scorte di cibo e risolvono il problema trasformando il cibo fresco dell’estate in un alimento a lunga conservazione.
Il miele è una fonte di zuccheri semplici e perciò un cibo altamente energetico e dolcificante. Non necessita di nessuna trasformazione per essere consumato. Per raggiungere la quantità di un chilo di prodotto, le api devono visitare almeno due milioni di fiori.
Miele “liquido”?
Appena prodotto, il miele è liquido e trasparente ma nel tempo è naturalmente destinato a cristallizzare, vale a dire a indurire. Si tratta di un procedimento inevitabile: qualora non si verifichi, vuol dire che il miele è stato sottoposto a qualche trattamento.
Se tutti i mieli, dunque, sono destinati a cristallizzare, quelli di acacia, castagno e melata sono gli unici destinati a rimanere liquidi: in realtà, il loro processo di cristallizzazione è talmente lento da sembrare inesistente.
Cera
La cera è una sostanza grassa secreta da specifiche ghiandole delle api operaie. Viene emessa sotto forma di piccole goccioline, che a contatto con l’aria si solidificano in scaglie. L’ape modella la cera con le mandibole, utilizzandola per la costruzione dei favi, aggiungendo polline e propoli. Il prodotto secreto dall’ape è di colore quasi bianco, solo dopo la lavorazione con polline e propoli assume una colorazione gialla.
Mentre in passato l’uso della pura cera d’api aveva numerosi campi d’applicazione, ora le cere sintetiche stanno soppiantando quelle naturali, pertanto attualmente la cera d’api viene reimpiegata dagli apicoltori per la fabbricazione di fogli cerei, o utilizzata per oggettistica e candele.
Pappa reale
La pappa reale costituisce il nutrimento di tutte le larve dell’alveare nei loro primi tre giorni di vita. È anche il nutrimento esclusivo dell’ape regina nel corso di tutta la sua esistenza. È prodotta esclusivamente dalle api nutrici, come secrezione delle ghiandole ipofaringee e mandibolari. La nutrizione con pappa reale costituisce il fattore determinante della trasformazione di una larva di ape operaia in “ape regina”.
Polline
È la sostanza che le api raccolgono sui fiori ed elaborano saliva e nettare per l’alimentazione delle larve delle operaie e dei fuchi. Per questo, rappresenta l’unico apporto proteico dell’alveare ed è un alimento completo.
Ape regina
È l’unica femmina feconda della colonia e, quindi, la madre di tutte le api presenti in un alveare. Nasce da un uovo fecondato deposto nella “cella reale”. Da quest’uovo, dopo tre giorni, nasce una larva che viene nutrita dalle operaie esclusivamente con pappa reale.
Fuco
Maschio dell’ape, il cui compito principale è quello di accoppiarsi con la regina per la riproduzione delle api.
Ape operaia
Ape femmina che svolge, a seconda del ruolo che assume in una colonia, le mansioni utili alla vita della colonia: dalla bottinatura al nutrimento delle larve allo sviluppo dell’alveare.
Arnia
Il ricovero che l’uomo fornisce alle api da lui allevate. L’attuale arnia è detta “razionale” in quanto realizzata in parti tutte indispensabili per la vita della colonia. La caratteristica principale è quella di avere i favi mobili, che permettono all’apicoltore il controllo dello stato di salute e di produttività della colonia.
Melario
Struttura posta in aggiunta al di sopra dell’arnia, anch’essa articolata in favi mobili per la deposizione del miele da parte delle api.
Apiario
L’insieme degli alveari collocati dall’apicoltore in un determinato luogo.
Smielatura
L’attività di estrazione del miele dai favi. Si articola in quattro azioni: disopercolatura dei favi, vale a dire la ripulitura dei telai dalla cera prodotta dalle api a protezione del miele, centrifugazione, il procedimento meccanico che, per forza centrifuga, permette la fuoriuscita del miele dai favi, filtraggio, la ripulitura del miele da residui di cera, decantazione, ulteriore processo di rifinitura contro possibili particelle di impurità rimaste nel miele. Al termine della decantazione, si procede con l’invasettamento.
Nomadismo
Lo spostamento degli alveari da una regione all’altra dell’Italia alla ricerca delle fioriture migliori nei diversi tempi dell’anno. Tale tecnica, permette la produzione di un’ampia varietà di mieli cosiddetti “monoflorali”, prodotti cioè da una sola qualità di pianta, impossibili invece se si rimanesse in un solo posto per tutto l’anno.